Silvio Berlusconi: La Spallata

Certamente vi ricordate del film: „Il Padrino III“.
È quello dove il padrino, pentito di tanti anni passati a moltiplicare i capitali della famiglia in maniera criminale, si rivolge all`amico Cardinale e da poco eletto Papa, per entrare a far parte del consiglio di amministrazione dei grandiosi beni immobili del Vaticano. „C`è un problema, gli dirá il suo braccio destro, una Loggia di generali, uomini dell`alta finanza, industriali, costruttori e politici che hanno lo stesso interesse ad amministrare i beni della Chiesa“.Quel che segue è nella memoria di tutti gli amanti del cinema, ma anche degli osservatori della politica di casa nostra. Una lunga serie di omicidi che non risparmieranno nemmeno il Santo Padre è il triste epilogo, fino alla morte in solitudine del padrino ( vedi anche: „In nome di Dio, la morte di Papa Luciani“ di David A. Yallop; 1997 ISBN 8879370561 ).

Si dice che a volte la realtá superi la fantasia.
Mentre nella finzione cinematografica si sostiene la tesi della mafia e della criminalitá che cercano l`ingresso nella finanza „pulita“ con l`appoggio della politica per continuare indisturbati i loro loschi affari, c`è chi oggi sostiene che esiste un fenomeno inverso. Quello cioè della finanza che con l`aiuto della politica e della mafia cerca di sostenere e di allargare il proprio campo di azione.
Di Berlusconi sappiamo che il suo impero immobiliare, editoriale, televisivo era sull`orlo del tracollo, quando decise di entrare in politica.

I giornalisti Enzo Biagi e Indro Montanelli assicurano di aver sentito da lui la frase: „Se non vado in politica, mi mandano in galera e mi fanno fallire“.
Dell`Utri ha dichiarato: „Silvio Berlusconi è entrato in politica per difendere le sue aziende.“. (Marcello Dell‘Utri, 28. Dicembre 1994).
„[…] la situazione della Fininvest con 5 mila miliardi di debiti. Franco Tatò, che all‘epoca era l‘amministratore delegato del gruppo, non vedeva vie d‘uscita: „Cavaliere, dobbiamo portare i libri in Tribunale“ […] I fatti poi, per fortuna, ci hanno dato ragione e oggi posso dire che senza la decisione di scendere in campo con un suo partito, Berlusconi non avrebbe salvato la pelle e sarebbe finito come Angelo Rizzoli che, con l‘inchiesta della P2, andò in carcere e perse l‘azienda.“ (Marcello Dell‘Utri, intervistato da Antonio Galdo; l`intervista è stata pubblicata nel libro „Saranno potenti?“ (Sperling & Kupfer, 2003, ISBN 8820035014)

Berlusconi stesso ha sostenuto piú volte che, da quando è entrato in politica è vittima di una persecuzione ordita nei suoi confronti da una parte della magistratura.
„Appena sono sceso in politica, hanno cominciato a fischiare i proiettili delle procure eccellenti per rovesciare il mio governo.“ (Silvio Berlusconi, 16. Ottobre 1998)

„Da quando sono sceso in campo, la magistratura ha dedicato alla Fininvest un‘attenzione e un impegno degni della maggior organizzazione mafiosa.“ (Silvio Berlusconi, 24. Novembre 1995′).
Di diverso avviso la magistratura:

„Risulta dall‘esame degli atti che, contrariamente a quanto si desume dalle prospettazioni del denunciante, le iniziative giudiziarie […] avevano preceduto e non seguito la decisione di „scendere in campo“ (Carlo Bianchetti, Magistrato inquirente in Brescia, 15. Mai 2001).
Le sue avventure con Dell`Utri e Previti sono di dominio pubblico e non mi dilungheró qui in dettagli.

Che senso ha la sua nuova uscita del voler fondare un nuovo partito di centro?
Contrariamente a quanto sperato, il governo di centro-sinistra ha superato lo scoglio difficile della legge finanziaria. Alcuni partiti del centro e della destra si sono giá dichiarati pronti al salto di corsia: fatti salvi alcuni principi, si dicono pronti a dialogare col governo. In parole povere significa la sfiducia a Berlusconi e la possibilitá, nella miglior tradizione italiana, di salire sul carro dei vincitori.
Bene lo ha capito Berlusconi che contrattacca.
Propone non solo un nuovo partito, ma si dice anche disposto ad appoggiare una nuova legge elettorale con proporzionale puro e sbarramento alla tedesca. „Per quello che riguarda il vertice, io metto a disposizione la mia personalità“ (1).
Cosa significa?

Due piccioni con una fava: intanto la sua leadership indiscussa che gli assicuri il potere contrattuale necessario per non affondare nel mare dei processi giudiziari nei confronti suoi e delle sue aziende e poter rimandare alle calende greche la questione del conflitto di interessi. E poi assicurarsi i voti dei partiti minori che non sopravvivrebbero allo sbarramento.

Quindi nulla di epocale. Si tratta ancora una volta della corsa della volpe attraverso i campi nel tentativo di sfuggire ai cacciatori. Berlusconi è ancora forte e sicuramente è ancora in grado di mobilitare una serie di legami coi potenti della finanza, dell`opinione, della politica di professione, ma questa prima vittoria del governo Prodi ha incrinato non poco la sua figura carismatica. Se vogliamo, si è trattato di una vera e propria spallata.

(1) http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/politica/cdl11/berlusconi-conferenza-stampa/berlusconi-conferenza-stampa.html

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