Parigi brucia

Parigi: Forse é stato un incidente, forse un tentativo maldestro di una pattuglia della polizia di fermare due ragazzi a bordo di un motorino.
Ai professionisti della provocazione e del terrore non importa in fondo molto, ció è bastato per chiamare all`ordine del giorno qualche centinaio di giovani esasperati a ripetere il rituale delle auto bruciate e delle pietre lanciate alla polizia. Pare si sia anche sparato con un fucile da caccia. Ora tutti a chiedersi quali siano le cause sociali di tanta rabbia e violenza, quali gli errori della polizia e della politica.Sarkozy, l`astro nascente della politica europea, li aveva chiamati „feccia“, da lavare via col Kärcher, la macchina per pulire le strade. Allora era ministro degli interni.(1)
Dal momento che negli episodi sono coinvolti in maggioranza ragazzi con alle spalle una realtá di immigrazione, non mancano le polemiche riguardo alla presunta incapacitá all`integrazione di persone provenienti da un`altra cultura, con un`altra mentalitá e fedeli di un`altra religione. Il problema è cosí risolto. La Gran Casta dell`Impero Occidentale sale un`altra volta sulla sua torre d`avorio alzando i ponti levatoi e liquidando il problema dell`ordine pubblico, dell`emarginazione, della discriminazione, della disoccupazione e, osiamo dirlo, del razzismo, lanciando di nuovo l`anatema dei brutti sporchi e cattivi nei confronti di chi, derubato della propria identitá viene a bussare alle porte di Mammone per poter leccare le briciole cadute dal tavolo dei padroni del mondo.

Perché derubato della propria identitá? Perché costretti per secoli al confronto con la veritá di una cultura superiore, piú libera, piú avanzata e soprattutto piú ricca, ossessionata dall`idea di dover combattere per missione divina, l`altra cultura, quella barbara, stracciona, arretrata e, soprattutto, povera. Ossessionati dall`idea che „chi domina il mediterraneo domina il mondo“ (2), dopo i romani tutti i regnanti d`Europa hanno proiettato la loro sete di conquista verso le coste del nord Africa. In secoli di lotte militari, politiche, commerciali, per mezzo delle quali intere popolazioni sono state private delle loro ricchezze, della loro autonomia e perfino della loro lingua, non ci si è fatto scrupolo di deturpare la morale, l`integritá, il senso di giustizia di intere nazioni esportando la morale del massimo profitto e della mercificazione della dignitá umana.
Alla fine, un intero sistema culturale, sociale ed economico è crollato sotto il ricatto dell`occidente. La societá si è impoverita, prima dei propri valori morali, poi di quelli sociali per piombare infine nel baratro della schiavitú e della dipendenza. A suo tempo fu chiesto a Giulio Cesare come avrebbe fatto fronte ad una eventuale protesta popolare in seguito ai suoi piani di rapina della res publica. La storia ci tramanda che questi rispose col „panem et circensis“, diventato paradigma di tutte le politiche dell`arroganza.
Ai figli degli immigrati nordafricani delle periferie parigine, il Panem et Circensis non basta piú.

Per anni sono stati ingannati dalle vetrine luccicanti di una societá opulenta che promette benessere a tutti coloro che ne vogliono fare parte senza di contro trovarne l`aggancio e l`accesso. Per anni sono sopravvissuti grazie al panem dell`assistenza sociale senza possibilitá di entrare nel ciclo primario del lavoro che solo permette l`integrazione e la prospettiva di un futuro migliore. I loro padri hanno sopportato con pazienza l`esistenza fatta di sacrifici, di prove difficili, di rapporti sociali con una classe che li ha da sempre li guarda dall`alto al basso e che li ha relegati alla periferia.

I figli sono peró impazienti. Sono nati francesi, parlano francese, hanno frequentato scuole francesi, hanno imparato la formula della liberté egalité fraternité. Allora perché sono ancora considerati „pied noir“? Cosa li fa differenti dai loro fratelli francesi di pelle bianca? Probabilmente è con questa domanda nel cuore che la notte, nel buio delle periferie, centinaia di giovani, quasi certamente pilotati dai professionisti della provocazione, si ritrovano a lanciare pietre e molotov contro la polizia, caratterizzata come difensore della casta maledetta e dalla lingua biforcuta.
Cosa vogliamo fare? Vogliamo stare a guardare, stigmatizzare e lanciare il nostro anatema? Sono sempre loro gli sporchi, i brutti e i cattivi? Sono sempre loro che si devono integrare? Noi, da questa parte della barricata e nei nostri centri cittadini sicuri e video sorvegliati abbiamo tutti la veste bianca dell`innocenza o, peggio, delle vittime sacrificali? Noi, piú „civili“, piú „colti“, certamente piú ricchi, non abbiamo nessuna responsabilitá rispetto a ció che stá succedendo nelle periferie francesi e ITALIANE?

Non parlo delle responsabilitá storiche, sulle quali non abbiamo piú nessuna influenza. Parlo delle nostre responsabilitá politiche e di solidarietá di oggi. Basta chiudere le nostre porte e alzare il volume della TV quando sentiamo bussare alle nostre porte? La Commissione Europea contro il razzismo e la discriminazione ha riempito un rapporto di 95 (novantacinque) pagine che mettono sul banco degli accusati l`Italia, i suoi partiti, i suoi giornali, le sue istituzioni. (3)

Sono „loro“ che non si vogliono integrare?

La Commissione Europea ha messo a disposizione fondi per l`integrazione dei Rom che l`Italia non ha fino ad oggi richiesto, mentre si tollera che nelle nostre periferie migliaia di persone, cittadini europei, vivano in case di cartone. (4)
Siamo tutti innocenti? „Non ci possiamo far niente“?
Fino a quando durerá questa ipocrisia?
Vogliamo davvero continuare a lanciare anatemi fino alla completa ghettizzazione nei Lager e alla „soluzione finale“ nelle camere a gas? (5)
Cosa ne dice Lei signor Sarkozy?
E Lei signor Amato?

(1) http://www.corriere.it/esteri/07_novembre_26/banlieu_parigi_scontri_b934f0d6-9be9-11dc-84ae-0003ba99c53b.shtml
(2)
http://www.mat.uniroma2.it/pls/assisi/labor/lezioni/1lez/morteA.pdf
(3)
http://www.coe.int/t/e/human_rights/ecri/1-ECRI/2-Country-by-country_approach/Italy/Italy%20third%20report%20-%20cri06-19%20Italian.pdf
(4)
http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/sicurezza-politica1/sicurezza-politica1/sicurezza-politica1.html
(5)
http://www.radio-utopie.de/archiv.php?themenID=1181&JAHR_AKTUELL=2007&MON_AKTUELL=11

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