Putin, Chavez, Berlusconi e la tentazione imperiale

Il quindici Marzo del 44 a.C. non era cominciato bene. Calpurnia, sua moglie, aveva fatto dei sogni che la inquietavano ed era ancora impressionata dai pronostici degli auguri.
Lo stesso Cesare era di malumore e non stava molto bene, al punto da rinunciare a salire alla Curia di Pompeo dove era convocato il Senato.
Venne Bruto, suo pupillo, e lo convinse che sarebbe stato un affronto ai magistrati giá convenuti non presenziare alla riunione. La successione degli avvenimenti è ben documentata nei libri di storia e la leggenda vuole che siano ventitre le pugnalate che misero fine alla sua vita.Fra i partecipanti alla congiura, oltre a Bruto, anche alcuni tra i suoi fidatissimi collaboratori. Il suo tentativo di centralizzare la burocrazia repubblicana riformando la politica romana finí qui.
Alcuni la considerano ancora l`occasione perduta della Storia per l`inizio di un mondo migliore.
Saranno stati gli stessi motivi di Putin, Chavez e Berlusconi?
Alcune caratteristiche di questi nuovi aspiranti Cesari sono simili. Tutti e tre hanno, prima o dopo essere arrivati al potere, intrapreso un tentativo di massiccio assoggettamento dei media (1), tutti e tre hanno tentato, con successi diversi, di far approvare leggi „ad personam“. Ad esempio cambiando il peso politico del Presidente e del Primo Ministro in Russia o tentando di prolungare all`infinito l`eleggibilitá del Presidente in Venezuela. Per Berlusconi vogliamo andare nel dettaglio:

-la depenalizzazione del falso in bilancio (legge n. 61/2002)
-la legge sulle rogatorie (legge n. 367/2001)
-l‘introduzione del divieto di sottoposizione a processo delle cinque più alte cariche dello Stato tra le quali il presidente del Consiglio in carica („Lodo Schifani“, 140/2003)
-la „legge Cirami“ sul legittimo sospetto (Legge n. 248/2002)
-la riduzione della prescrizione (che cancellava gran parte dei fatti oggetto di contestazione nel processo sui diritti TV verso Berlusconi) („Legge ex-Cirielli“, 251/2005)
-l‘estensione del condono edilizio alle zone protette (legge delega 308/2004) (comprensiva la villa „La Certosa“ di proprietà di Berlusconi)
-il ricorso del governo contro la legge della regione Sardegna al divieto di costruire a meno di due chilometri dalle coste (ricorso n. 15/2005 alla legge regionale 8/2004) (che bloccava, tra l‘altro, l‘edificazione di „Costa Turchese“, insediamento di 250.000 metri cubi della Edilizia Alta Italia di Marina Berlusconi)
-la modifica del Piano di assetto idrogeologico (PAI) dell‘Autorità di bacino del fiume Po che permette la permanenza de „la Cascinazza“ (estensione di oltre 500.000 metri quadrati) di proprietà della IEI di Paolo Berlusconi (PAI del 2001)
-l‘introduzione dell‘inappellabilità da parte del pubblico ministero per le sole sentenze di proscioglimento (DL n. 3600)
-la legge Gasparri sul riordino del sistema radiotelevisivo e delle comunicazioni (Legge 112/2004)
-la norma transitoria della Legge 90/2004 che consentì a Gabriele Albertini, sindaco di Milano non più rieleggibile, di essere candidato alle elezioni europee senza dover dare le dimissioni da sindaco.
A queste aggiungiamo la legge elettorale 2006 fatta credendo di favorire il centro destra (2).

C`é un`altra caratteristica fondamentale che favorisce il risveglio di velleitá imperiali: la debolezza e la corruzione del sistema politico presente. Di fronte ad istanze svuotate del loro significato, indebolite dalla corruzione, plagate dall`inefficienza, i novelli Cesari trovano il terreno fertile per le loro cavalcate predatorie nella prateria della Democrazia debole. Non servono le doti eccezionali che alcuni vogliono vedere in loro.
Basta una conoscenza media dei meccanismi del potere, acquisita ad esempio dietro le scrivanie di un servizio segreto, di un partito o di un`impresa e mescolarla ad una generica mancanza di scrupolo, all`appoggio ad elementi criminali, al culto della personalitá e ad una faccia tosta senza i limiti della buona creanza. O della morale (3).

Ecco che gli interessi della Patria diventano sinonimo degli interessi delle aziende, pubbliche o private, per la prosperitá delle quali ai cittadini (e a chi sennó?) sono richiesti sacrifici e sforzi per il bene „comune“.
Ma non si stancano mai?
Ma ci crederemo all`infinito?
Quale il rimedio?
Il rimedio stá in una Democrazia forte, giusta, che riesca a raggiungere una sana equidistanza dalle parti sociali ma che non dimentichi che il benessere della Nazione viene dall`opera dei molti che possiedono il poco e che fiduciosamente si aspettano che i pochi che occupano i posti in cima alla piramide sociale amministrino con saggezza il molto che si produce grazie alla sintonia e all`armonia di tutto l`organismo. La fiducia, la giustizia, la forza di una societá sono quindi sottomessi in primo luogo alle qualitá morali di chi è chiamato ad amministrare. Solo successivamente ci si puó aspettare che tutto l`organismo possa funzionare dentro ai binari della civiltá e della solidarietá.

(1)
http://www.radio-utopie.de/archiv.php?themenID=1283&JAHR_AKTUELL=2007&MON_AKTUELL=11
(2)
http://www.senato.it/documenti/repository/istituzione/DPR11febbraio2006_seggiSenato.pdf
(3)
http://www.radio-utopie.de/archiv.php?themenID=1241&JAHR_AKTUELL=2007&MON_AKTUELL=11

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