Lo scorpione voleva attraversare il fiume, ma, non sapendo nuotare chiese aiuto alla rana perché lo portasse sulla schiena all’altra sponda. “Per chi mi hai preso, rispose la rana.
Appena saremo in mezzo al fiume mi colpirai col tuo pungiglione e io moriró”. “Sciocchezze, disse lo scorpione, perché dovrei fare una cosa del genere? Se tu muori in mezzo al fiume andrai a fondo e io che non só nuotare moriró con te”. La rana, convinta da questa argomentazione, prese lo scorpione sulle spalle e cominció a nuotare fra i flutti. Giunti a metá strada, lo scorpione alzó il suo pungiglione e colpí la rana a morte. “Perché lo hai fatto? Chiese la rana con l‘ultimo respiro, ora io andró a fondo e tu dovrai morire con me!“.
“Che ci vuoi fare, avevo promesso di no, ma io sono lo scorpione e non posso fare altrimenti. Questa è la mia natura!” Questa è anche la natura della politica. Parole, promesse, patti, alleanze e poi, una volta arrivati al punto critico, ognuno per sé, anche se ció comporta la propria disfatta politica e, in qualche caso, anche personale. Che cosa è accaduto al Governo Prodi? Niente di straordinario. Per poter reggere si è alleato (vorremmo dire – con cani e porci – ) con chiunque ha avuto la faccia tosta di fare promesse e sottoscrivere patti nonostante la natura politica e personale di segno opposto alla propria. Giustamente in un’intervista volante, un’anonima signora romana ha detto: “Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso”. Causa del suo male, Prodi lo è stato due volte: la prima cercando alleanze impossibili, la seconda rimandando alle calende greche la riforma elettorale che avrebbe potuto porre fine al ricatto dei mini-partiti. La statura politica e intellettuale per capire l’importanza della questione non gli manca di certo. Sessantatre anni di storia parlamentare del dopoguerra con sessantuno governi, ( al confronto: la Germania ne ha avuti nello stesso periodo otto !), l’esperienza del suo primo Governo, l’esperienza alla Commissione Europea, la storia della cosiddetta Repubblica di Weimar… Ma niente da fare! Forse hanno un fondo di veritá le voci sul perenne stato di narcosi profonda nel quale sembra vegeti l’ormai ex Premier della Repubblica. Al di lá della integritá morale degli attuali attori della politica italiana, non ci resta che dare ragione alle affermazioni di Totó che, nei panni di Antonio La Trippa, dichiarava che una volta eletto nell’immaginario partito politico di minoranza del quale faceva parte, nulla avrebbe fatto per i cittadini di Roccasecca, ma, grazie al gioco dei voti e dei numeri, avrebbe favorito la formazione del Governo in cambio di favori personali che lo avrebbero arricchito, al pari degli altri “Perché io una volta eletto per Roccasecca non potró fare un cacchio, un cacchio, un cacchio!!! Perché questi signori, appena saranno eletti, poseranno i loro sporchi deretani sugli scranni della Camera e penseranno soltanto ai loro sporchi affari. E vi faranno fessi. Perché sono papponi. Papponi!!! Papponi!!! Papponi!!!”
Parola di Totó.