Dogma, dal greco dogmatos („parere“). Il dogma è la verità non dimostrata che viene imposta arbitrariamente agli uomini senza possibilità di essere criticata.
Il nome di Kemal Atatürk spunta, fin dai primi anni della sua carriera militare, nei rapporti dei servizi segreti a causa dei suoi eccessivi rapporti con le prostitute e l‘alcool. Il raki, un liquore simile alla sambuca che gli procuró gravi problemi di insonnia per tutta la vita, fu anche la causa della morte che lo colse nel 1938 nel Palazzo Dolmabahce, situato sulla riva del Bosforo. (Dietrich Gronau: Mustafa Kemal Atatürk oder die Geburt der Republik. Fischer, Frankfurt/M. 1994, ISBN 3-596-11062-9).
Come ufficiale dell‘esercito ottomano, sconfisse i greci (1920-22), ristabilì l‘unità turca, diede vita alla rivolta contro il sultanato, depose il sultano Mehmet Vahideddin e fondò la repubblica essendo diventato il leader di una fazione politica vicina ai Giovani Turchi. Proprio questa vicinanza probabilmente lo indusse all‘amnistia generale del 31 marzo 1923 che invalidò tutti gli atti del governo di Costantinopoli, liberando di ogni colpa i tre principali organizzatori del genocidio armeno, Talat, Gemal e Enver. Kemal abolì il califfato, abolì l‘alfabeto, il calendario e i sistemi di misura arabo-ottomani, vietò il fez, tipico copricapo turco, e il tratto islamico. A questo proposito, durante la rivolta cosiddetta „del cappello“ furono comminate 138 condanne a morte. (Halil Gülbeyaz: Mustafa Kemal Atatürk. Vom Staatsgründer zum Mythos, Parthas-Verlag, Berlin, 2004, ISBN 3-932529-49-9). Nel febbraio del 1925 represse brutalmente il tentativo di rivolta curda guidato da Sheick Said con l‘obiettivo di cancellare completamente l‘opposizione curda.
„Dovessi un giorno avere molto potere ed influenza, giudico migliore cambiare la nostra societá di botto, subito e in tempi brevissimi. Infatti, diversamente da altri, non credo che questi cambiamenti si possano raggiungere guidando gli ignoranti passo passo verso un livello piú alto. La mia natura interiore si ribella ad un‘opinione del genere. Per quale motivo dovrei scendere al livello inferiore della popolazione comune dopo essere stato istruito per anni, dopo aver studiato storia delle civiltá e storia sociale e dopo aver conosciuto appagamento attraverso la libertá? Io provvederò a che loro arrivino allo stesso (obiettivo). Non sono io che devo avvicinarmi a loro, ma loro a me.“. (Dietrich Gronau, opera citata). Ebbene, é a questo personaggio, chiamato Atatürk, padre dei turchi, che si richiama la Turchia moderna quando nell‘articolo 2 della propria Costituzione afferma il dogma della laicitá dello Stato. A sorvegliare sul rispetto del dogma kemalista è, dal 1961, il Consiglio della Sicurezza Nazionale (milli güvenlik kurulu). I membri del Consiglio sono, secondo l‘art. 18 della Costituzione turca, i comandanti della Marina Militare, dell‘Esercito, dell‘Aviazione e della Gendarmeria, il Capo di Stato Maggiore, il Capo del Governo e i suoi rappresentanti, il ministro degli Esteri, degli Interni, della Difesa e il Presidente. I militari, che fino ad oggi hanno avuto un ruolo dominante all‘interno del Consiglio, hanno retto la nazione nei periodi 1960-1961, 1971-1973, 1980-1983, dopo altrettanti colpi di stato. Son stati i militari, dietro la facciata del Consiglio, a determinare le dimissioni del governo di Necmettin Erbakans nel 1997 perché ritenuto troppo islamico. Dalla fondazione della repubblica, sono stati vietati complessivamente 28 partiti. Il primo è stato il Terakkiperver Cumhuriyet F?rkas?, vietato il 5 giugno 1925 e l‘ultimo l‘Halk?n Demokrasi Partisi vietato il 13 marzo 2003. Nel 2007 costrinsero alle dimissioni anche l‘attuale primo ministro Erdogan per aver appoggiato la candidatura di Abdullah Gul al posto di Presidente. Alle successive elezioni, il partito di Erdogan e Gul (AKP, Giustizia e Sviluppo) ottenne oltre il 46 per cento dei voti. Da quando Erdogan regge la Turchia, l‘inflazione è scesa all‘otto per cento dopo essere stata per anni sopra il 100%, la crescita si mantiene largamente sopra il 5% da anni facendone un paese attraente per gli investimenti, la disoccupazione è scesa sotto il 10%, il reddito pro capite è salito a 9.900 $ pro capite, dal maggio del 2006, il petrolio scorre nella pipeline Baku-Tblisi-Ceyhan portando ulteriori capitali nel paese. La pena di morte é stata abolita, la libertá di espressione allargata, la lotta contro le torture incentivata. La situazione dei curdi é stata migliorata. Otto miliardi di Euro sono stati stanziati per sviluppare l‘agricoltura nelle regioni abitate dai curdi. Erdogan ha permesso canali televisivi multilingue spezzando cosí il tabú della „turchicitá“ sancito dall‘art. 301 della Costituzione, ha riformato la legge sulle fondazioni che permetterá alle Chiese Cattolica e Ortodossa di usufruire di privilegi aboliti dallo „Stato laico“. Erdogan cerca un avvicinamento all‘Armenia e ha invitato il governo Armeno alla fondazione di una Commissione comune di studiosi e storici che elaborino una ricerca scientifica su quello che viene chiamato „il genocidio armeno“. Ma ció che ha profondamente irritato i difensori della „laicitá“ sono state le nuove norme riguardo al diritto all‘istruzione. Gli emendamenti consentiranno di aggiungere alla Costituzione turca le seguenti frasi: „Lo Stato agisce secondo il principio di uguaglianza nell‘offerta dei servizi pubblici“ e „nessuno può essere privato del suo diritto all‘educazione per nessuna ragione“. La prima, che verrà inserita nell‘articolo 10 della Magna Charta, è relativa all‘uguaglianza nelle amministrazioni pubbliche; la seconda all‘articolo 42, che stabilisce il diritto inalienabile all‘educazione. Questi emendamenti avrebbero permesso alle ragazze di frequentare l‘universitá senza dover toglier il velo islamico, oggi proibito negli edifici pubblici.
Le modifiche costituzionali erano state proposte dal partito al governo, Giustizia e Sviluppo (di ispirazione islamica moderata) e dal Partito di Azione Nazionalista; e hanno raccolto l‘appoggio anche del gruppo parlamentare curdo. Fermamente contrari invece la principale forza all‘opposizione, il Partito Repubblicano del Popolo (kemalista) e gli ambienti laici della società (militari, magistrati, rettori). Come noto, la modifica è stata annullata dalla corte Costituzionale ed è costata la denuncia che avrebbe dovuto, secondo la volontà di questi signori, vietare ancora una volta un partito votato dal 47 per cento della popolazione. Non sono mancate le intimidazione e le bombe come da copione e probabilmente organizzate dalla Gladio turca, Energekon. ERGENEKON è sospettata di aver trucidato tre missionari cristiani a Malatya nel 2007, di aver ucciso il giornalista armeno Hrant Dink nello stesso anno, di essere coinvolta nell‘assassinio di don Andrea Santoro a Trabzon e di aver progettato l‘assassinio del premio Nobel della letteratura Ohran Pamuk, rifugiatosi negli Stati Uniti. Energekon pianificava l‘uccisione dei politici curdi Ahmet Türk, Osman Baydemir, Leyla Zana e del giornalista Fehmi Koru quando, in un‘azione spettacolare il 21 marzo scorso, la polizia e i servizi segreti hanno arrestato trenta persone appartenenti all‘organizzazione, compreso il Generale di Brigata in pensione Veli Kücük. Le intimidazioni questa volta non sono servito a nulla. Questa volta il Consiglio di Sicurezza (!) non ce l‘ha fatta. Segno dei tempi che cambiano e che il dogma della laicitá non puó piú essere preso a scusa per fermare il processo di democratizzazione della Turchia.