Ragazzi per bene e carneficine nelle scuole
Da: Il Derviscio
Sono fatti che ci lasciano perplessi, quelli che puntualmente avvengono negli Usa, Inghilterra, Germania e ormai un po‘ dappertutto nel mondo civile. Una mattina un ragazzo „tranquillo“ si alza, si arma di pistola, fucile a pompa o mp ed entra nella „sua“ scuola per fare una strage. Solo gli ultimi episodi in ordine di tempo:
11 marzo 2009 – Germania: E‘ di sedici morti il bilancio finale dell‘assalto a un istituto scolastico di Winnenden (Baden-Württemberg / Svevia) compiuto da un ex studente di 17 anni, ivi diplomatosi nel 2008. Tim K. viene descritto dai conoscenti come „un ragazzo senza particolari difetti né qualità“.
23 settembre 2008 – Finlandia: In un istituto professionale di Kauhajoki, uno studente di 22 anni, con passamontagna e vestito di nero, irrompe in classe lanciando una bottiglia incendiaria e sparando ai compagni. Perdono la vita nove studenti e un professore. Il giorno prima aveva pubblicato su YouTube un video che lo ritraeva mentre sparava colpi di pistola.
14 febbraio 2008 – U.S.A.: Un giovane apre il fuoco nel campus di un‘università dell‘Illinois. Il bilancio: cinque morti e una quindicina di feriti. Il sesto morto è lui stesso (suicidio).
7 novembre 2007 – Finlandia: In un liceo di Jokela, un ragazzo di 18 anni estrae una pistola durante la lezione e uccide otto persone. Poi si suicida sparandosi in testa.
16 aprile 2007 – U.S.A.: Lo studente Cho Seung-Hui dapprima uccide due compagni in dormitorio, quindi registra su CD-ROM un „testamento“ che invia alla NBC. Infine fa una strage nel campus della Virginia Tech (a Blacksburg). In totale le vittime sono trentatré, quattordici i feriti.
Difficile trovare un movente che soddisfi la nostra coscienza. Esperti hanno provato a dare la colpa a tutto e a tutti: i videogiochi violenti, la famiglia che ha poco tempo da dedicare ai figli, la scuola che è sempre piú fonte di stress, la mancanza di prospettive di inserimento sociale. Non sono un esperto e non voglio aggiungere teorie su teorie. Forse si tratta di un miscuglio di tutte le ragioni fin qui elencate o forse si tratta del malessere giovanile sempre presente nella societá moderna che trova oggi sfoghi e modelli abnormi. Forse è anche la mancanza di un orientamento solidale, del sentirsi parte di un organismo che accomuna tutti i membri della societá umana. Forse sono i modelli rigidi nei quali alcuni non si riconoscono o dai quali si sentono esclusi a fare scattare la molla di una sorta di ribellione totale, definitiva e, purtroppo, tragica. Forse è anche la mancanza di un‘entitá morale riconoscibile nella quale identificarsi e che faccia di volta in volta da collante o da obiettivo primario delle nostre vite. Se il motivo dominante della nostra civiltá è sempre e solo quello della ragione che da sola è in grado di illuminare la strada del nostro destino, ecco che quando la ragione fallisce si apre il baratro dell‘inconsapevolezza e della confusione mentale. La societá che punta alla realizzazione prima economica e poi individuale non ha risposte per chi cerca ragioni esistenziali e piú profonde della propria esistenza. Se tutto quello che conosciamo della Religione è la favola di babbo natale, quando la ragione fallisce attorno a noi si fa il vuoto, non esistono riferimenti che ci assistano e che sappiano riconoscere i motivi del nostro vuoto mentale. Se non conosciamo la nostra realtá di creature caduche, non possiamo nemmeno conoscere la realtá di un Creatore che ha messo nei nostri cuori una scintilla capace di accendere un incendio di Amore e di Compassione. Senza questa consapevolezza non siamo diversi dagli animali, sempre in cerca dell‘appagamento dei bisogni dello stomaco e degli organi sessuali. No, non siamo solo animali dotati di un‘intelligenza superiore agli altri e non siamo nemmeno discendenti di una scimmia che ha via via sviluppato empiricamente capacitá straordinarie. Siamo esseri che una Volontá Divina ha creato con caratteristiche particolari, caratteristiche che restano nascoste ai piú non per un disegno sadico del Creatore ma piuttosto per le innumerevoli fate morgane con le quali il convivere sociale ci abbaglia e ci confonde. L‘invidia per il successo e per i soldi degli altri ci acceca, il desiderio di primeggiare ci acceca, la volontà di approfittare del lavoro e dell‘opera di altri mentre noi ce ne stiamo comodamente seduti su divani morbidi circondati da raffinate cortigiane ci acceca, perché questi sono i modelli che i media ci trasmettono. L‘impatto con una realtá che è invece fatta di sudore, di necessaria improvvisazione e di iniziativa individuale con la quale non avevamo fatto i conti puó essere il motivo che accende la miccia. La Cadillac rosa e la super modella col seno rifatto non sono dietro l‘angolo e la disillusione puó avere conseguenza tragiche. No, non necessariamente la strage, ma nel numero grande di chi si risveglia improvvisamente alla realtá con una doccia fredda, qualcuno potrebbe scegliere il modello del video gioco (!), del conflitto istituzionalizzato dai media, dei terminator vendicatori di una societá allo sfacelo. Ecco, forse la consapevolezza della trivialitá dei media tutti sorrisi e gioia per i milioni vinti al gioco degli indovinelli, un approccio sereno ai temi della morale e del destino dell‘uomo, potrebbero aiutare ad evitare che la societá impazzisca e che ragazzi per bene un giorno imbraccino un fucile a pompa per entrare nelle „nostre“ scuole a fare un macello.