Risparmio, debito, crisi

L‘aviditá di manager corrotti, la fame delle locuste finanziarie e l‘abnormità dei derivati e hedge fond non sono la causa prima della crisi. L‘interesse sul credito è da solo sufficiente a mandare a picco qualsiasi economia.

Da: Il Derviscio

Sembrava una teoria complottista o quantomeno lo sproloquio delle solite Cassandre pronte al lamento cronico contro ogni forma associativa della comunità umana. È stato in passato monopolio di pochi visionari l‘idea che l‘interesse sul credito possa distruggere il fondamento di qualsiasi economia e che il risparmio che aumenta da solo grazie all‘interesse sia il cancro che avvelena la compagine sociale.

È stato il caso di Silvio Gesell, economista tedesco e critico di Marx, il quale cominció a studiare alla possibilitá di una moneta libera che perde il suo valore quando trattenuta nelle mani di privati e che invece lo riacquista pienamente una volta rimesso sul mercato in una sorta di interesse al contrario. Una moneta cioè che si usura se non viene fatta circolare. È questo il succo di un esperimento avvenuto negli anni trenta a Wörgl, nodo ferroviario nella provincia del Tirolo. Il borgomastro aveva vissuto in semipovertà le crisi del 1907-08 e del 1912-14, durante le quali aveva contratto la tubercolosi che lo avrebbe portato alla tomba a 52 anni. Però conosceva il rimedio, e si mise all‘opera.

Dopo un paziente lavoro di avvicinamento e di convinzione presso piccoli impresari, negozianti e professionisti di Wörgl, il 5 luglio lesse ad alta voce il suo programma di soccorso per ristrettezze economiche:

La causa principale del barcollo dell‘economia è la bassa velocità di circolazione della moneta. Come intermediaria di scambi, la moneta progressivamente sparisce dalle mani dei lavoratori. Filtra invece negli alvei dove scorre l‘interesse, finendo con l‘accumularsi nelle mani di pochi, che non la riversano sul mercato per acquistarvi beni e servizi. La trattengono invece per specularvi su.

Il municipio emise quindi la sua moneta. La chiamò Bestätigter Arbeitswerte o Certificati di Lavoro con un valore alla pari con lo scellino ufficiale, ma con una differenza capitale: ogni certificato per 1, 5 e 10 scellini, pur mantenendo un potere d‘acquisto stabile, scadeva dopo un mese dalla data di emissione, a meno di non rinnovarne la validità applicandogli su un francobollo del valore dell‘1% sul nominale, acquistabile in municipio. Questo, da parte sua, avrebbe accettato i certificati in pagamento di imposte. Chi non voleva spendere, poteva mantenere il valore dei suoi certificati depositandoli in banca, a 0% interesse. Al contrario, la banca non vedeva l‘ora di sbarazzarsene per non dover pagare la tassa di magazzinaggio. E se ne sbarazzava o prestando a chi voleva investire o pagando salari e servizi.

Al principio alcuni ridevano, altri gridavano alla frode o sospettavano contraffazione. Ma vedendo che i prezzi non aumentavano, che la prosperità cresceva e che le tasse venivano pagate in anticipo e immediatamente spese per lavori e servizi pubblici, i ghigni si trasformarono ben presto in espressioni di stupore e i lazzi in voglia di imitazione. La vicina Kitzbühel, famosa stazione sciistica, aveva prima cominciato ad accettare i certificati di Wörgl, e l‘1 gennaio 1933 emesso 3 000 scellini di certificati suoi propri. Circa 300 000 cittadini della provincia non vedevano l‘ora di estenderne l‘esperimento.

Wörgl e l‘esperimento promosso dal suo borgomastro ebbero un successo enorme e, oltre a quella di economisti di tutto il mondo, attirarono l‘attenzione delle banche centrali che vedevano cosí traballare la propria sovranità. La Banca Nazionale accusò il borgomastro di aver violato l‘articolo 122 del suo statuto e il Bestätigter Arbeitswerte venne proibito a partire dal 15 settembre 1933, però Wörgl appellò. Il 15 novembre il caso raggiunse la Corte Suprema, che manco a dirlo cassò l‘appello mettendo così fine all‘esperimento.

La storia di Wörgl è nota nei suoi particolari grazie a Fritz Schwartz, testimonio oculare che ne scrisse i particolari in un libro pubblicato nel 1951. Tre anni prima un esperimento meno noto, però non meno riuscito, aveva avuto luogo a Schwanenberg, in Germania. Un certo Dr Hebecker, padrone di una miniera di carbone, stava per chiudere i battenti. Disse ai suoi impiegati che aveva carbone, ma non denaro. Sarebbero stati disposti ad accettare il 90% del salario in moneta propria chiamata Wära e redimibile in carbone? Non c‘era tanta scelta. Anche il Wära aveva una sua tassa di magazzinaggio che ne favoriva la circolazione rapida, ma purtroppo non ebbe un cronista come Schwartz. Quello che si sa è che il Cancelliere Heinrich Brüning (1885-1970) non perdette tempo a cassare Schwanenberg e a passare decreti-legge di emergenza che ancora oggi proibiscono l’emissione di qualsiasi moneta non ufficiale.

Tornarono la disoccupazione, la miseria e la fame. Nelle Bierhallen bavaresi un oscuro immigrante austriaco cominciava a farsi notare. Si chiamava Adolf Hitler. E‘ impossibile affermare -o negare- che il secondo conflitto mondiale sarebbe stato evitato solo con il permettere la continuazione di Schwanenberg and Wörgl. Il dato di fatto è che furono i voti dei disoccupati a portare Hitler al potere.

Anche se Gesell e altri prima e dopo di lui chiarirono con parole e teorie un concetto in sé semplice, per gli uomini di buona volontà sarebbe stato sufficiente guardare in una vecchia raccolta di scritti oggi ignorata dai piú. Nel terzo libro chiamato Levitico di questa raccolta, al capitolo 25 si legge:

10] Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia.
[11] Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina, né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate.
[12] Poiché è il giubileo; esso vi sarà sacro; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi.
[13] In quest‘anno del giubileo, ciascuno tornerà in possesso del suo.
[14] Quando vendete qualche cosa al vostro prossimo o quando acquistate qualche cosa dal vostro prossimo, nessuno faccia torto al fratello.
[15] Regolerai l‘acquisto che farai dal tuo prossimo in base al numero degli anni trascorsi dopo l‘ultimo giubileo: egli venderà a te in base agli anni di rendita.
[16] Quanti più anni resteranno, tanto più aumenterai il prezzo; quanto minore sarà il tempo, tanto più ribasserai il prezzo; perché egli ti vende la somma dei raccolti.

Una visione fantastica, oggi confermata non solo da visionari come Gesell, ma anche da un recentissimo studio di Jürgen Kremer, master di matematica, programmatore di software per la valutazione di titoli di borsa, e professore di matematica al Rhein-Ahr-Campus in Remagen (Rheinland-Pfalz).

Anche il suo modello è semplice: gli imprenditori vendono i loro prodotti per i quali i clienti pagano in soldi. Per la produzione gli imprenditori prendono a prestito i soldi dei risparmiatori in cambio di un interesse. Gli interessi concorrono a formare il prezzo delle merci e finiscono per essere pagati dagli acquirenti. Kremer ha intromesso tutti questi dati nel computer e il risultato è stupefacente: patrimonio e debiti aumentano vertiginosamente e sempre piú persone devono spendere parte dei propri soldi per pagare gli interessi. Il sistema resta stabile fino a quando l‘economia cresce al pari del carico degli interessi ma, non appena l‘economia vacilla, il peso degli interessi e gli interessi sugli interessi continua ad aumentare mentre salari e consumi diminuiscono. Il peso di questa situazione pesa unicamente su chi guadagna meno ed è costretto a spendere sempre piú soldi per pagare interessi palesi ed occulti. La conseguenza è l‘impoverimento e vincitori sono coloro che incassano e vivono degli interessi.

Un vecchio libro, sconosciuto ai piú, nel secondo capitolo chiamato „della giumenta“ recita:

275 Coloro invece che si nutrono di usura resusciteranno come chi sia stato

toccato da Satana. E questo perché dicono: „Il commercio è come la usura!“.

Ma Allah ha permesso il commercio e ha proibito l‘usura.

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