Il professore e la velina

Andrea Riccardi onorato dal premio „Carlo Magno“, l‘Italia impegnata con le veline.

Da: Il Derviscio

I dittatori di tutti i tempi hanno due caratteristiche in comune.

Dietro le pesanti tende di velluto del palazzo amano condurre una vita dai contorni sciolti e allegri e non sopportano chi tiene alto davanti loro lo specchio nel quale riconoscere la propria ipocrisia morale e personale.

Se è il caso, i personaggi di spicco che con la loro sola presenza riescono a testimoniare che il re è nudo finiscono incarcerati, esiliati e, non raramente, assassinati. Mi vengono in mente nomi come Socrate, Pasternak, Aleksandr Solzenicyni, Orhan Pamuk. A volte la rabbia del dittatore trova vie e mezzi ancora piú perfidi, ad esempio l‘isolamento sociale di chi è testimone vivente di una morale e un comportamento sociale diametralmente opposto agli usi e (s)costumi del potere.

È forse il caso dei nostri regnanti e Andrea Riccardi. Se non sapete chi è Andrea Riccardi vuol dire che la terapia imposta dai tirapiedi di questo regime funziona.

Andrea Riccardi, ordinario di Storia contemporanea presso la Terza Università degli Studi di Roma, noto studioso della Chiesa in età moderna e contemporanea e fondatore, nel 1968, della Comunità di Sant‘Egidio, è uno dei laici più autorevoli del panorama religioso internazionale. Giovedí scorso, festa dell‘Ascensione, al professor Riccardi è stato assegnato il premio „Carlo Magno“, istituzione europea con sede a Aachen (Aquisgrana) che ha premiato in passato personaggi quali Giovanni Paolo II, Valery Giscard d‘Estaing, Bill Clinton, Tony Blair, Angela Merkel, Henry Kissinger. Nella motivazione per l‘assegnazione del premio si legge tra l‘altro che il riconoscimento viene attribuito allo storico romano: „per il suo straordinario impegno civile in favore di un‘Europa più umana e solidale all‘interno e all‘esterno delle sue frontiere, per la comprensione tra i popoli, le religioni e le culture, per un mondo più pacifico e giusto. Egli vive l‘Europa dei valori“.

Un po‘ piú dei campionati mondiali di calcio e i calci di rigore. Come? Non avete letto la notizia in prima pagina di tutti i giornali? Non ci sono stati ricevimenti ufficiali al Palazzo? Presidenti e Segretari non si sono affrettati a farsi fotografare vicino al Benemerito? Un altro segno che la terapia funziona. In prima pagina ancora la velina, la xesima della serie, non so piú se spagnola o brasiliana. In prima pagina un ministro che non trova di meglio che far fronte allo sfacelo della pubblica amministrazione con una legge che punisce i „fannulloni“. In prima pagina il ministro che ordina i „respingimenti“ e tutti applaudono. In prima pagina un ministro che non trova di meglio che far fronte al disagio sociale con le ronde e i manganelli, aiutato dall‘altro ministro, ex picchiatore che di ronde se ne intende da quando pattugliava il quartiere studentesco di Milano in compagnia di due cani dobermann a riportare l‘ordine nelle scuole attraversate dal brivido della contestazione. In prima pagina il capo del Governo che vuole diminuire il potere del Parlamento eletto e che ha corrotto un legale inglese perché testimoniasse il falso.

In prima pagina anche il mio amico Mauro Rostagno, che ho conosciuto quando si chiamava Sanatano e la sera ci incontravamo per andare a vedere „La Strada“ di Fellini. Sanatano ha avuto meno fortuna di Riccardi. Testimone vivente della ricerca della Veritá quale modello di vita, nel suo slancio verso la libertá, Sanatano è arrivato in velocitá davanti al muro dell‘ignoranza, della rete di interessi fra mafia e politica, dell‘impenetrabilità del mondo dei mille cortigiani, grandi e piccoli, i quali, vil razza dannata, all‘ingordigia e alla brama dei soldi, molti maledetti e subito, aggiungono la cultura del gorilla senza cervello e con eccesso di ormoni che brandisce la clava e colpisce tutto ció che disturba la sua vita di branco.

Ecco lo spaccato di due Italie e di due mondi. Da una parte gli umili e i poveri di spirito e dall‘altra il ricco Epulone arrogante e compiacente di sé in compagnia dei suoi accoliti e delle sue numerose cortigiane.

Non spetta a noi giudicare, il giudizio spetta unicamente all‘Eterno, ma ci è possibile trarne un insegnamento e orientare le nostre scelte di vita anche grazie all‘osservazione di ció che ci circonda. Ci è possibile scegliere di quale mondo fare parte, nel nostro piccolo, dalla parte di Mammone o dalla parte della migliore umanitá, quella che ha conservato gli occhi dell‘innocenza, dell‘onestá e della sinceritá e che è ancora in grado di gridare senza esitazioni che il re è nudo.

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