Altre due vittime dell’omicidio di Abba
Da: Il Derviscio
“Bisognava condannarli fino alla fine della loro vita e buttare la chiave”.
Parole durissime di una delle due sorelle di Abba, il ragazzo ucciso la notte del 14 settembre scorso a Milano. Parole durissime dettate dal dolore e dalla rabbia. Il dolore per la perdita del fratello non rientra nella categoria del misurabile e non è lecito a nessuno intromettersi e qualificare frasi e gesti che escono dal profondo di un’anima in qualche modo allo sbando.
La rabbia invece è il sentimento che sta alla base della vendetta, del linciaggio e della giustizia fai da te. Come è stato probabilmente alla base del gesto di padre e figlio arrivati, dopo non poche traversie della vita, ad un modesto benessere che hanno visto attaccato e minacciato dallo sberleffo di una banda di ragazzotti. La reazione incontrollata ed esasperata sono parte della natura umana quando questa non è toccata dalla Grazia dell’Umiltá e della Modestia che sciolgono la ruvidità dell’ego. Non è vero che la ragione è sufficiente a fare della ferocia del nostro istinto animale un servo docile ai nostri comandi. I peggiori criminali della storia erano tutti personaggi ragionevolissimi. Molti di loro amavano le arti, le passeggiate in montagna, la sveglia presto al mattino e i modi raffinati. Hitler, oltre a tutto questo, era anche vegetariano e padroneggiava l’arte della retorica in maniera strabiliante. Ció non fu sufficiente a impedirgli di essere mandante di uno dei massacri piú efferati della storia dell’umanitá. Perché la mente umana non ha né confini né limiti ed è in grado di muoversi in ogni direzione trovando sempre la giustificazione per ogni stupidaggine, castroneria, assurdità. La mente si eccita e trova mille buone ragioni il giorno in cui ci iscriviamo alla societá di nuoto e la stessa mente trova mille buone ragioni il giorno in cui lasceremo annoiati la stessa per starcene piú tranquillamente stesi sul divano ad alimentare il nostro spirito sportivo con la telecronaca in diretta. È il problema del “politicamente corretto”. Il politicamente corretto è un fenomeno che alimenta sé stesso e che arriva a giustificare comportamenti abnormi e assolutamente contrari alla natura stessa dell’uomo in nome di un’etica secondo la quale è tutto permesso ció che invita a sviluppare la nostra identitá in qualunque direzione fino a quando questo processo non invade le libertá individuali del nostro vicino. È un processo solo all’apparenza “logico”. Intanto non esiste nessuna logica umana universale. Umana e universale è un ossimoro. Come “missione armata di pace” o “giusta vendetta”. La vendetta è nella preistoria dell’evoluzione umana ed è stata superata dal concetto di Legge espresso nell’Antico Testamento. Se il vostro vicino ha ucciso una delle vostre capre, non vi è lecito invadere le sue proprietá, bruciare la sua casa e sterminare i suoi armenti. La pena non puó essere superiore al danno subìto, quindi, se durante una lite siete stati colpiti tanto violentemente da perdere un dente, non vi è lecito espiantare un occhio al vostro contendente: occhio per occhio, dente per dente. Non conosco nessun altro passo biblico piú frainteso di questo. E anche dopo aver stabilito la proporzionalità della pena, i Testi Sacri introducono per la prima volta il concetto di risarcimento che cancella la pena, come il prezzo del sangue. I centomila euro offerti dalla famiglia Cristofoli. Ma migliore di ogni pena, di qualsiasi risarcimento è il perdono. Al Giudice terreno lasceremo il compito di saldare il conto aperto fra chi ha oltrepassato la linea della legalitá e la Societá. Al Giudice Divino il compito della Giustizia e dalla Compassione. E a chi è rimasto suo malgrado vittima di un atto brutale e violento vogliamo umilmente ricordare che “Allah, per Sua grazia, vi invita al perdono” [Corano, II, 221].
Sarebbe questo il modo migliore di ricordare Abdoul Salam (Servo della Pace), detto Abba.