All‘ombra dei minareti svizzeri
Ovvero: come si costruisce la Matrix
Da: Il Derviscio
A dire la verità, la prima immagine del musulmano cattivo dell’epoca globalizzata ce l’hanno fornita i Talebani, anche se in “Rambo 3”, questi erano ancora i buoni e il film è dedicato al “valoroso popolo afghano”. Il professore Ahmed Rashid, corrispondente del Daily Telegraph (Londra) scrive che nel 1986, il capo della CIA Casey, ordinó tre provvedimenti per contrastare l´Unione Sovietica in Afganistan: fornire i mujaheddin di missili Stinger, destabilizzare la regione organizzando con l´ISI e il MI 6 inglese attacchi terroristici „islamici“, cooperare con l´ISI nel reclutare combattenti per la „guerra santa“ attraverso una rete di scuole coraniche e campi di addestramento. Poi le cose cambiarono, i Talebani rifiutarono i termini dell’accordo con le americane Unocal, Halliburton, Carlyle Group e tutti gli altri interessati alla pipeline che attraversa l’Afganistan e, grazie ai gruppi femministi americani, cominciarono ad arrivare le immagini terribili delle violenze talebane. A sbloccare la situazione arrivó, puntuale come un orologio svizzero, il terribile attentato dell’11 settembre e la banda Cheney (vice CEO di Halliburton), Rumsfeld ( Project for a new American Century, Tamiflu), Paul Wolfowitz, Zalmay Khalilzad (Unocal), … possono finalmente mandare i marines a cercare l’agente della CIA Osama bin Laden in Afganistan.
L’ordito della Matrix è giá formato. Basta ora tenere viva nella coscienza dei consumatori finali di notizie e veline l’immagine del musulmano cattivo.
Nascono i centri specializzati alla manipolazione delle notizie. Ad esempio Intelcenter, quella che in prossimità di ogni elezione o dell’approvazione in Parlamento di un nuovo mandato per le truppe all’estero, sforna un video (ma ultimamente solo audio) dell’imprendibile primula rossa del terrorismo internazionale, ObL. Oppure il Memri, l’agenzia israeliana che traduce per i media occidentali tutti i testi interessanti del mondo arabo e/o orientale e musulmano. Ad esempio fornendoci la bufala del discorso di Achmadinedjah sulla distruzione di Israele. O, piú in basso, Faithfreedom che si fa interprete di un’interessante teoria: l’Islam è la religione della violenza, i musulmani “moderati” non esistono poiché la moderazione è contraria ai principi dell’Islam e un musulmano contrario alla violenza è in realtá un eretico o apostata e quindi non fa testo. Ecco, ce n’è per tutti i gusti.
E poi ci sono personaggi come Borghezio, come Wilders, come la Santanché e tutti gli altri poveretti condannati a proiettare la loro infelicitá, le loro fantasie morbose e la loro impotenza addosso ad un drago immaginario che sputa fuoco e fiamme.
E poi ci sono personaggi come Cristoph Blocher.
Cristoph Blocher? E chi era costui, si chiederanno i miei giovani lettori?
Cristoph Blocher è miliardario svizzero che da assistente legale della Ems Chemie AG ne è diventato in pochi anni il proprietario ed è stato protagonista col suo socio e banchiere Martin Ebner di azzardate speculazioni in borsa fino al giorno in cui decise di entrare in politica e lasciare l’amministrazione del suo impero industriale alla figlia Magdalena.
In politica sceglie la Schweizer Volks Partei. Qui un estratto della sua attivitá politica:
1985: promuove un’iniziativa popolare contro il nuovo diritto di famiglia che garantisce la parità di diritti fra uomo e donna;
1988: grazie a Blocher viene firmato un compromesso per la chiusura della centrale nucleare di Kaiseraugust nonostante la massiccia protesta popolare;
1992: Blocher si oppone all’ingresso della Svizzera nello Spazio Economico Europeo (EFTA + EU), per questo motivo l’Unione delle Banche Svizzere rifiuta una nuova candidatura di Blocher per un posto nel consiglio di amministrazione dopo dieci anni di appartenenza.
Nella discussione politica sull’eutanasia, Blocher respinge la necessitá di una regolamentazione. Blocher sostiene che è ora di mettere fine al socialismo nelle scuole svizzere dove per troppo tempo i sessantottini hanno avuto voce in capitolo e sta preparando una campagna per punire con l’espulsione gli stranieri colpevoli di furto e abuso dell’assistenza sociale. Blocher appartiene al Gruppo Bilderberg.
Perché ci interessa Cristoph Blocher?
Perché è stato Cristoph Blocher ad iniziare la campagna contro la costruzione di nuovi minareti in Svizzera. Sulla questione è ormai stato scritto tutto ma si è trascurato l’aspetto secondo me piú interessante.
Blocher, anche con l’aiuto di qualche amico suo, è riuscito, grazie ad una campagna ben curata fondata sulla paura del diverso e mobilitando un numero tutto sommato esiguo di elettori (meno di un milione e mezzo, pari al 19% di tutti gli svizzeri), ad accaparrarsi la maggioranza di un elettorato disinteressato. Quel che ne è seguito è un esempio eclatante di
manipolazione della realtá nella percezione delle masse. Intanto i media, TUTTI, hanno scritto che è stato il 57% degli svizzeri a votare contro i minareti stimolando l’idea dell’azione di una grande maggioranza, COSA CHE NON È AVVENUTA! E poi tutta la discussione che ne è seguita, a partire dalle posizioni leghiste di soddisfazione e di desiderio di emulazione fino alle politicamente corrette che, bontá loro, riconoscono il diritto ai musulmani di pregare sottolineando “peró” la necessitá che lavoratori immigrati da realtá culturali e religiose diverse sono tenuti a rispettare le nostre leggi.
Questo “peró” è filologicamente estremamente interessante e potrebbe voler dire che:
1. I lavoratori in sé sono una categoria criminale non rispettosa della legge e questi possono esercitare il proprio diritto a vivere gli aspetti tipici della propria cultura o della propria religione, a patto che rispettino le nostre leggi, oppure:
2. Gli immigrati in sé sono una categoria criminale non rispettosa della legge e questi possono esercitare il proprio diritto a vivere gli aspetti tipici della propria cultura o della propria religione, a patto che rispettino le nostre leggi, oppure:
3. Le culture diverse dalla nostra sono in sé una categoria criminale non rispettosa della legge e quindi i lavoratori immigrati possono esercitare il proprio diritto a vivere gli aspetti tipici della propria cultura o della propria religione, a patto che rispettino le nostre leggi, oppure:
4. Le religioni diverse dalla nostra sono in sé una categoria criminale non rispettosa delle nostre leggi e quindi i lavoratori immigrati possono esercitare il proprio diritto ad esprimere gli aspetti tipici della propria cultura o della propria religione, a patto che rispettino le nostre leggi.
Insomma, qual è la necessitá di sottolineare che i lavoratori immigrati da realtá culturali e religiose diverse dalle nostre devono rispettare le nostre leggi?
La necessitá di rispettare la legge non è forse estesa a tutti i cittadini residenti o di passaggio in un Paese o ci sono categorie di persone che non sono tenute a rispettarle?
Ecco un altro aspetto interessante della Matrix: generare l’idea che chi viene da noi non è consapevole delle regole della convivenza che ci siamo scelti. Che nel caso dell’Italia, patria delle mille mafie, dei conflitti di interesse, delle leggi ad personam, delle torture nei carceri e nelle celle di sicurezza dei tribunali, dell’affondamento intenzionale di carrette del mare cariche di diseredati senza alcuna difesa, della soluzione finale del problema povertá per mezzo delle ruspe, delle mille stragi di Stato che ancora aspettano giustizia è un bell’esempio di faccia di palta. Eppure funziona. L’immigrato, il diverso, il musulmano, il minareto sono il problema.
Allora andiamo tutti a cena con Provenzano a respirare un po’ di italianità D.O.C.