Perché Pune, perché la German Bakery.
Da: Il Derviscio
La German Bakery sulla Nord Main Road di Koregaon Park
a Pune è uno dei piú famosi caffè e bistro della cittá. All’apice della sua notorietà, Koregaon Park era frequentato dalla popolazione internazionale dei discepoli di Osho (Bhagwan) oltre che dai numerosi studenti iraniani delle vicine universitá. Poi Osho venne avvelenato nella prigione di Oklaoma City, probabilmente con una dose di Tallio o di Fluorocarbonio e i riflettori della stampa internazionale rivolsero la loro attenzione altrove.
Nonostante ció, la fondazione di Osho restó il motore per lo sviluppo della zona dove ora, oltre a numerosi hotel, ristoranti e caffè, sono venuti ad insediarsi istituti di ricerca tecnologica, scuole di specializzazione, il centro ebraico Chabad House e anche l’istituto sportivo dell’esercito indiano. Questo fa di Koregaon Park una micro realtá cosmopolita nota in tutto il sub-continente indiano e un obiettivo molto ghiotto per i maledetti del terrorismo internazionale.
Due settimane prima dell’attentato, il presidente tedesco Horst Köhler ha incontrato il Primo Ministro indiano Manmohan Singh. Tema degli incontri, oltre ad un accordo di cooperazione economica e industriale per un ammontare di 500 milioni di dollari, la formazione di unità anti-terrorismo indiane in Germania. Köhler ha poi visitato Mumbai e Pune, dove c’è un nuovo centro di produzione Volkswagen (230 ettari, 410 milioni di euro di investimenti).
Il prossimo 25 febbraio è prevista la ripresa degli incontri India-Pakistan per la soluzione del problema del Kashmir, regione contesa fra i due Stati. Le premesse sono generalmente buone, entrambi i Paesi sembrano ben intenzionati alla ripresa del dialogo e ad una soluzione che riavvicini le due potenze atomiche asiatiche.
Puntualmente, ad ogni tentativo di riavvicinamento fra le due Nazioni, vili attentati di matrice “islamica” supportano una strategia della tensione che rimette tutto in discussione. Nei casi di Mumbai e di Pune rispunta il nome di David Coleman Headley (Daood Sayed Gilani), cittadino americano, figlio di un impiegato dell’emittente radiofonica di propaganda americana Voice of America. Il fratellastro di Gilani, Danyal, è portavoce del Primo Ministro pakistanoYousaf Raza Gilani.
David Coleman Headley spunta per la prima volta nelle pagine di cronaca quando viene accusato di usare il suo negozio di Filadelfia come base per un traffico di droga col Pakistan. La pena sará lieve, in cambio Gilani lavorerá come doppio agente della DEA, l’agenzia americana per la lotta al traffico di stupefacenti, in Pakistan. È qui che negli anni successivi diventerá membro della Lashkar-e-Taiba, un gruppo terroristico formato da ex ufficiali dell’esercito pakistano, una specie di Gladio o stand behind profondamente nazionalista e sempre in prima linea nelle azioni di destabilizzazione dell’area sub continentale indiana.
Anche se la C.I.A. smentisce, le autoritá indiane lo hanno identificato quale doppio agente infiltrato in Pakistan al servizio della strategia di destabilizzazione. Le autoritá indiane, dopo gli attentati di Mumbai hanno richiesto al F.B.I., senza successo, copia delle intercettazioni telefoniche di Gilani per un confronto con le voci registrate durante l’attacco terroristico.
Insomma, siamo alle solite.
In quello che viene definito il nuovo “grande gioco” si buttano sul campo tutte le peggiori specie di maledetti, agenti, doppio-giochisti, macellai e assassini a compiere azioni che col minimo investimento raggiungano l’effetto piú grande possibile.
A Pune è bastata una bomba di modeste entitá per mandare un messaggio inequivocabile alle autoritá indiane e, trasversalmente, al governo tedesco: niente accordi, niente pace se non lo vorranno i burattinai che manovrano da dietro le quinte gli avvenimenti per un nuovo assetto geopolitico della regione.
Per il mainstream un attentato terroristico “islamico”. Tanto ormai al terrorismo “islamico” si puó attribuire di tutto, anche il mal di denti.