Erdogan, l‘UE, Cipro, Israele e l‘Armenia

In occasione del lancio della lingua turca, la nona lingua in cui euronews verrà trasmessa, euronews ha incontrato il premier turco Recep Tayyip Erdogan. Adesione all’Unione europea,la questione curda, la politica di vicinato con i paesi arabi e Israele, sono alcuni dei temi affrontati nel corso dell’intervista.

euronews:
I negoziati per l’adesione all’Unione europea procedono lentamente. Tuttavia Bruxelles accusa la Turchia di ritardare il processo di riforma e voi accusate alcuni leader europei di ostruzionismo.
Su 35 capitoli negoziali, di cui 8 sono stati bloccati dalla Commissione, 5 dalla Francia e 6 dai greco ciprioti, 4 devono essere ancora aperti.
Che cosa pensa del processo di adesione ?

Recep Tayyip Erdogan:
Sfortunatamente alcuni stati membri dell’Unione sono in malafede. Questa è l’origine del problema. Perché dico questo? Stanno cercando di intrappolare la Turchia imponendo condizioni che non hanno niente a che vedere con la legislazione comunitaria.
È completamente sbagliato, dobbiamo tenere in mente che noi leader siamo mortali gli stati no. L’opinione negativa di un leader verso un altro paese potrebbe cambiare la percezione del proprio leader da parte del suo popolo.

 Euronews:
Parla di Sarkozy?

 Erdogan:
Si, il signor Sarkozy porta al tavolo della discussione argomenti non facili da capire. Ma a dispetto di tutti gli ostacoli che ci troveremo di fronte, andremo avanti con pazienza. Ci sarà una fine, sarà quando tutti gli stati membri diranno: non accettiamo la Turchia. Non ci fermeremo fino a quando non diranno questo 

Euronews:
Pensa che le differenze culturali e religiose giochino un ruolo nel determinare l’approccio negativo di alcuni leader europei?

 Erdogan: L’Unione europea non deve diventare un club cristiano, l’Unione non dovrebber prender parte alla campagna di islamofobia. E i paesi che danno il loro contributo dovrebbero essere messi in guardia. Come premier turco, condanno apertamente l’antisemitismo e ritengo che si tratti di un crimine contro l’umanità. Allo stesso modo sono molto sensibile quando si parla di islamofobia. Perché sono un musulmano e non posso tollerarlo.
Come musulmano difendo il mio credo fino alla fine. Nessuno può conciliare islam e terrorismo. Io come musulmano e primo ministro della repubblica turca non posso assecondare chi osa farlo.

 Euronews:
Che cosa accadrà se i negoziati sulla riunificazione di Cipro falliranno?

 Erdogan:
Fino adesso l’Unione europea non si è dimostrata onesta neppure sulla questione Cipro. Il 65% degli elettori di Cipro del Nord hanno detto sì al piano Annan.
Cosa è accaduta nel sud dell’isola?
Il 75% ha detto no. Chi è onesto? L’Unione europea ha una forte responsabilità per quest’impassein cui si trova Cipro.
È stato un errore storico accettare Cipro del Sud nell’Unione.
L’ex cancelliere tedesco Schroeder ha aspramente criticato questa politica dicendo che Cipro del Nord era stata trattata in maniera immorale.
La signora Merkel ha riconosciuto quest’errore. Ma adesso vediamo che le decisioni che si prendono sono fatte su misura di Cipro del Sud. E ancora, chiamare Cipro del sud come Cipro è un altro errore politico. Perché nel nord c‘è un altro stato in conflitto con quello del sud.
Noi come turchi riconosciamo questo stato del nord . Non facciamo speculazioni, altri forse sì. MA non è importante per noi. Gli stati membri saranno ricordati per quest’errore. La storia lo scriverà, anzi l’ha già scritto.

 Euronews:
Pensa che nei prossimi anni vedremo la riunificazione di Cipro?

 Erdogan: Cipro del Sud evita un approccio diretto su questo tema . E su questo punto l’Unione europea dovrebbe intervenire. Deve essere chiaro che il processo di pace è tenuto in ostaggio.

Euronews:
Pensa che occorrerà ancora molto tempo per risolvere questo problema?

 Erdogan: Noi stiamo facendo di tutto per risolverlo entro l’anno. Vogliamo farlo sotto l’egida dell’Onu. Potremo farlo includendo tutte le parti coinvolte: voglio dire Cipro del Nord e del Sud, Turchia, Grecia e Regno Unito. Possiamo risolvere questo problema insieme. Qualche giorno fa, Gordon Brown mi ha chiamato e mi ha chiesto cosa pensassimo di questa opzione. Non c‘è alcun problema per noi. Possiamo riunirci tutti e negoziare. La cosa importante è essere corretti. Se decidiamo di avere un pool di stati garanti dobbiamo accordarci su quali sono le garanzie. Speriamo vivamente che questo problema sia risolto entro l’anno.

Euronews: Sulla questione curda si è fatto un passo storico. Ha preparato un piano, un progetto per risolverla. A che punto è il processo?

 Erdogan: È una delle questioni più importanti dell’ agenda attuale. Se la chiamiamo questione curda, indeboliamo il progetto. Si tratta di un piano di unità nazionale e amicizia, non si concentra solo sulla questione curda.
Si tratta di una iniziativa democratica, la questione curda non è solamente un porblema etnico.
Purtropo è stato mal intrerpretato dall’Occidente.
Se la si considera semplicemente come questione curda, si è irrispettosi nei confronti degli altri gruppi etnici che fanno della Turchia una nazione.
Questo piano, questo progetto riguarda tutti, stiamo lavorando per tutti i gruppi etnici.

 Euronews: Come vede le future relazioni tra Turchia e Israele? Dopo quanto è accaduto, pensa ancora che la Turchia possa mediare tra Israele e Siria e gli altri stati arabi?

Erdogan: Perdere uno stato amico come la Turchia è qualcosa cui Israele dovrebbe fare attenzione per il futuro.
Il modo in cui è stato trattato il nostro ambasciatore non ha precedenti.
Siamo intervenuti per migliorare le relazioni israelo-palestinesi e adesso Netanyahu dice: non ho fiducia in Erdogan ma in Sarkozy. Come definire tutto questo, se non inesperienza diplomatica?
Come posso avere fiducia in te se tu non l’hai in me?
La chiusura di importanti accordi è in corso, com‘è possibile portarli a termine in questo clima?
Penso che Israele dovrebbe avere con i propri vicini relazioni diverse se veramente crede di essere una potenza mondiale.

 Euronews:
Da poco il ministro degli Esteri israeliano ha accusato la Turchia di essere all’origine delle recenti tensioni tra i due paesi e vi ha accusati di antisemitismo.
Guardando indietro crede che avrebbe potuto gestire in maniere più diplomatica quest’incidente.

 Erdogan:
Sto dicendo la verità, e continuerò a dirla. La Turchia ha una lunga storia … Bisogna stare molto attenti a parlare di questo Paese….
Quando innocenti vengono uccisi in modo impietoso, con l’uso di bombe al fosforo, infrastrutture così come tutto il resto viene distrutto, la gente è costretta a vivere in prigioni a cielo aperto.
Non possiamo conciliare tutto questo con la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e non possiamo chiudere gli occhi di fronte a tutto quello che sta accadendo.

 Euronews:
L’interpretazione della Corte Costituzionale armena dei protocolli turco-armeni che mirano a normalizzare i rapporti tra i due paesi sta stretta a Ankara. Alla luce di questa evoluzione come cambierà la politica turca?

 Erdogan: A quanto pare l’inizio non è dei migliori. Allora perché negoziare? Che cosa faremo? L’Armenia dovrebbe riconsiderare questo punto. Perché noi, come Turchia, abbiamo rispettato gli impegni presi. Entrambe le parti hanno un percorso da fare. Il processo andrà avanti. Noi siamo onesti e continueremo a esserlo.

Euronews:
Thank you for sparing time for Euronews.

 Erdogan:
Thank you.

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