Uno strano traffico d‘armi

Una nuova puntata della serie „al lupo, al lupo“

Da:Il Derviscio

Un’interessante conferenza stampa quella del Procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro. “La Guardia di Finanza sta procedendo all’esecuzione di nove arresti nei confronti di cittadini italiani e iraniani per il reato di associazione a delinquere finalizzata all’esportazione illecita di armi e sistemi di armamento verso l’Iran, in violazione dell’embargo internazionale”. Piú interessante il video di rai news 24. La camera ci mostra alcune delle “armi” sequestrate.   

Si tratta qui di sei pugnali, due cannocchiali di precisione, due pistole beretta (una col silenziatore), una decina di munizioni, due caschi da pilota e una giacca di un’unità militare con sede a La Spezia. Il motto che si legge sulla spallina ( Lunai Portum est operae cognoscere cives ) dovrebbe facilitarne l’identificazione. Peace Reporter, nel dare la notizia, ritiene piú opportuno pubblicare una foto d’archivio, senza peraltro specificarlo, dove in primo piano sono fotografati un MP e numerose pistole cosí come un’UZI israeliana, cosí, tanto per drammatizzare.

Cerchiamo di vedere la notizia in un contesto. Nelle ultime settimane la cronaca di merci “sospette” destinate all’Iran si sono moltiplicate un po’ in tutti gli aeroporti internazionali. Giá a dicembre un cargo del tipo Iljuschin 76 aveva richiesto all’aeroporto civile e militare (con area militare americana) di Bankog il permesso di effettuare un atterraggio d’emergenza per mancanza di carburante. Dopo l’atterraggio, udite udite, la polizia thailandese trova a bordo dell’aereo 35 tonnellate di materiale bellico “destinato all’Iran” che viene immediatamente sequestrato. L’equipaggio viene rilasciato dopo due mesi di interrogatori e non esistono documenti o prove che possano indicare chi sia stato lo speditore e chi il cliente.

A metá febbraio, in un hangar della Lufthansa all’interno dell’aeroporto di Francoforte, la finanza rintraccia “materiale bellico” destinato all’Iran. Si tratta di 218 cassette di comando per aspiratori. “Solche Geräte seien zum Einbau unter anderem in Bunker vorgesehen“. Questi impianti sono, fra le altre cose, adatti ad essere utilizzati nei bunker (!).

Molto piú direttamente Al Jazeera riferisce che Silvio Berlusconi ha affermato in precedenza che l’embargo nei confronti dell’Iran deve essere rinforzato. Sabina Castelfranco, corrispondente a Milano di Al Jazeera, racconta che il giornalista iraniano arrestato con l’accusa di essere un agente, lavora come corrispondente della TV iraniana in Italia da 17 (diciassette) anni.

Ora, alcune domande mi sembrano legittime.

Perché un paese con un PIL di 876 miliardi di dollari, con un apparato militare di tutto rispetto, con dei partner commerciali produttori di armi come la Cina (12,6% delle importazioni), la Germania (9%), la Russia (5,2%), l’Italia (5%), la Francia (4,1%), dovrebbe affidarsi a piccole ditte italiane per organizzare il contrabbando di pugnali dall’Europa dell’Est (La Stampa) attraverso le controllatissime dogane europee? A chi appartiene il giubbotto (Lunai Portum est operae cognoscere cives) mostrato dalla GdF e come è finito nelle mani dei “contrabbandieri”? Come puó un’agente iraniano “lavorare” indisturbato per diciassette anni in Italia (o non è affatto un agente?). Chi è il misterioso collaboratore italiano residente in Svizzera? Sì, va bene, la retrologia, ma mi sembra che il tutto non sia altro che la costruzione di uno scenario terrificante che, nel momento in cui l’Iran verrá bombardato, ci faccia credere che se lo sia meritato. Non è forse da anni nella lista degli stati canaglia? E i suoi oleodotti che dal mar Caspio scendono al Golfo non stanno forse in diretta concorrenza coi progetti americani, europei e israeliani?

L’ultimo appunto di tutta questa vicenda lo fornisce lo stesso Procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro:

“Se il DDL sulle intercettazioni in discussione al Senato fosse già diventato Legge, questa indagine che si basa su elementi desunti esclusivamente dalle intercettazioni, non sarebbe stata possibile”.

Siamo o no in piena campagna elettorale?

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