Election day: vota Antonio!

Un matrimonio d’amore a destra con separato sull’uscio. Un matrimonio d’affari a sinistra con separato fuori casa, molti ancora i single. Molti che aspettano di essere chiamati al ruolo di concubine, altri che continuano ad essere o a credersi bei tenebrosi nella attesa dei corteggiamenti dei grandi. Al centro la giovanissima cortigiana giá contesa da contraenti facoltosi e dai desideri che in famiglia restano insoddisfatti. Insomma, niente è veramente nuovo in questa contesa elettorale, dominata dalle solite tattiche, temporeggiamenti, finte, controfinte, affondi, volé e toccate. Alle elezioni di aprile avremo di nuovo la conferma di un’Italia spaccata, litigiosa, inconcludente, rumorosa, degna del dottor Azzeccagarbugli di manzoniana memoria. Le posizioni inconciliabili del prima-elezioni diventeranno improvvisamente base dell’accordo del dopo-elezioni e i grandi faranno a gara per accaparrarsi il sostegno dei micro-partiti, i quali cercheranno di vendere cara la propria partecipazione al carrozzone governativo. La volpe perde il pelo, ma non il vizio e lo scorpione rimane scorpione. (1) Il nuovo Governo si troverá a dover affrontare immediatamente il problema di una nuova legge elettorale, pena gli attacchi furibondi dell’opposizione, della stampa e dell’opinione pubblica. Un accordo in tempi brevi è improbabile. Se non ci sará una nuova crisi di Governo e se questi non verrá scippato, si andrá al referendum. L’Italia si presenterá di nuovo divisa, ma la vittoria dei sostenitori della riforma sembra probabile. Ció dará occasione all’opposizione, chiunque essa sia, di gridare alla crisi, alle mutate circostanze, ai nuovi elementi introdotti e la vita del Governo diventerá difficile. Nuova crisi? Chi vivrá vedrá. Resta aperta la questione di fondo: si puó governare un Paese partendo dal presupposto di una classe politica arroccata sulla sua torre d’avorio perennemente impegnata a discutere del sesso degli angeli, a litigare sulle parole dette, a fare affermazioni altisonanti di condanna di questo e di quello senza mai provvedere ad un rimedio che risani una societá perennemente malata di immobilismo, fatalismo, corruzione, prepotenze e leggi salva-questo, salva-quello? La questione numero una della politica nazionale e locale è la questione morale! Con i ruffiani (é la traduzione italiana di lobbyisti), i gangster (traduzione inglese per malfattori), i libertini (nella volgata la parola comincia con una P ), corrotti (ma Totó direbbe “papponi, papponi, papponi, sono tutti papponi”), opportunisti (fancazz….) il Governo di un Paese è una farsa degna di un fumetto di tanti anni fa, dove c’era chi rubava ai poveri per dare ai ricchi. (2) Di chi è figlia questa politica? Storicamente è figlia della sudditanza del nostro Paese alla politica anglo-americana del dopo-guerra, concordata fra i grandi a Casablanca, Potsdam e Jalta sul finire del secondo conflitto mondiale. (3) Per nessuna ragione in l’Italia doveva essere permesso ai comunisti di partecipare al Governo. Si percorsero senza scrupoli tutte le strade ammesse e non ammesse nella competizione politica. Propaganda falsa e tendenziosa, legge-truffa (il “porcellum” ante litteram del 1953), Gladio, strategia della tensione, rapimento Moro. (4) Cosa è cambiato dopo la caduta del muro di Berlino? Fino a tangentopoli e la fine della prima Repubblica, praticamente nulla. Dopo, la situazione è peggiorata. È iniziata la corsa libera del tutti contro tutti. Le “duemila paia di manette”, tanto auspicate da Giancarlo Pajetta, non sono servite a nulla. Con le duemila paia di manette doveva scattare la rivolta degli onesti per riformare dalle basi lo Stato, garantendo allo stesso una base allargata di partecipazione attraverso gli strumenti sociali delle organizzazioni dei cittadini. (5) Una rivolta che facesse piazza pulita di privilegi immunitari e che chiudesse le porte delle Camere a pregiudicati, mafiosi e corrotti. Una rivolta che chiudesse una volta per tutte con un passato di prigionieri di politiche decise oltre-oceano, nelle Logge massoniche, nelle assemblee di Confindustria, nelle trattative extra-parlamentari di partiti grandi e piccoli, negli studi privati di singoli politici e padroni del vapore. La questione numero uno è quindi ancora la questione morale. Forse manchiamo di persone coraggiose, forse la Casta è troppo forte. Manca in Italia una stampa libera, mancano in Italia associazioni indipendenti e forti di cittadini capaci di far sentire la propria voce fin dentro le stanze del palazzo. Manca la Giustizia, garanzia di libertá e di democrazia. Mancano gli strumenti che garantiscono a chi produce il benessere del Paese la possibilitá di lavorare serenamente in un contesto degno della societá civile. (6) La strada è in salita e la soluzione non è né nelle mani né nei cassetti di questa classe politica. La soluzione è nelle teste e nei cuori degli uomini di buona volontá, i quali non hanno lobby, partito, sindacato, loggia. I quali hanno il diritto al voto e il diritto al non-voto. I quali non sono legati ad interessi contingenti del possesso dei beni. Gli uomini di buona volontá sono forti del loro pensiero, della loro integritá, della loro umiltá e della loro dignitá che è intoccabile. Non si fará la rivoluzione proletaria, non ci sará la presa del palazzo d’inverno né la rivolta della corazzata Potemkin. Ma è possibile la rivolta delle idee, la rivolta della comunicazione, la rivoluzione delle coscienze. È possibile tenere alti davanti agli occhi della banda di tirapiedi gli articoli della Costituzione.
“La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell‘uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l‘adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l‘eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l‘effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all‘organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. (7) Compito degli uomini di buona volontá è in primo luogo quello di ridare la Costituzione nelle mani dei cittadini e ripristinare la legalitá. Mandiamo la casta in Sardegna. Non nei club miliardari o nelle ville faraoniche, ma a svolgere un lavoro socialmente utile, ad esempio, spianare le montagne!

(1)                                                                                                                           http://www.radio-utopie.de/2008/01/26/vota-antonio-vota-antonio-vota-antonio/                  
(2)          
http://www.maxbunker.it/personaggi/personaggi.htm                                                                                                (3)
http://it.wikipedia.org/wiki/Conferenza_di_Yalta 
(4)                                                                                                                          
http://www.radio-utopie.de/2008/01/13/chi-ha-ucciso-aldo-moro/(5)                                                                                                                           http://www.radio-utopie.de/archiv/archiv.php?themenID=1241&JAHR_AKTUELL=2007&MON_AKTUELL=11                             (6)                                                                                                                          
http://www.radio-utopie.de/archiv/archiv.php?themenID=1354&JAHR_AKTUELL=2007&MON_AKTUELL=12
(7) 
http://www.quirinale.it/costituzione/costituzione.htm

Schreibe einen Kommentar

Deine E-Mail-Adresse wird nicht veröffentlicht. Erforderliche Felder sind mit * markiert