Giochi di prestigio all‘ultimo chilometro della finanza in crisi.
Da: Il Derviscio
Qual è la differenza fra James Bond e i Tremonti bond?
Nel caso di James Bond sapete fin dall‘inizio che si tratta di una finzione cinematografica. Non che sia difficile capire che anche il Ministro Tremonti è avvezzo alla finzione, come quella volta che promosse una manovra finanziaria di sei miliardi di euro riducendo la spesa pubblica di quattro e aggiungendone due inesistenti di „ragioni contabili“ (!) che gli costarono le dimissioni, ma, come del resto nel caso del re dei falsi in bilancio Romano Prodi, la stampa e i media tutti ne parlano come se si trattasse alla fine della realtá.
Dunque, tanto per cominciare, i Tremonti bond non li ha inventati Tremonti. Ma tant‘è, il „Capo“ ci ha abituati all‘idea che ormai tutto ció che succede nell‘universo è in realtá opera Sua e che i potenti della terra copiano tutto da Lui.
Vediamo di cosa si tratta.
La banca in crisi emette un‘obbligazione che viene acquistata dal Ministro fornendo quindi alla stessa denaro fresco legato ad una serie di vincoli, ad esempio la concessione di crediti all‘industria in crisi.
Il denaro cosí ottenuto costa alle banche un occhio della testa, attorno all‘otto per cento i primi anni per poi aumentare. Qualcuno potrebbe denunciare il Ministro del reato di usura. L‘acquisto di queste obbligazioni è un‘operazione ad alto rischio dal momento che stiamo parlando di banche in crisi che presteranno soldi ad aziende in crisi! Esiste quindi la non remota possibilitá che le banche non potranno onorare gli impegni presi e che nella cassaforte del Ministro restino quintali di carta straccia che lui (in nome del popolo italiano) ha acquistato a prezzi astronomici. È difficile indovinare chi pagherà la zecca? Ed è difficile indovinare chi ne approfitterà alla fine della filiera?
Mi fa pensare a „Superciuk„, il super-eroe che rubava ai poveri per dare ai ricchi.
Ora aspettatevi la domanda da mille punti!
Ma se il Governo non ha soldi per le scuole, per la ricerca, per le pensioni, per la sanitá, dove li prenderà i soldi per comprare le obbligazioni di banche in crisi di liquidità da prestare a industrie dalle vendite in crisi e che finiranno nelle tasche di amministratori delegati in crisi di potenza (nel senso degli ormoni)?
L‘ho scritto, la domanda vale mille punti. Sí, sí, alla fine pagheremo noi, ma questi soldi Tremonti li teneva forse in cantina?
È un gioco di magia. Per pagare le obbligazioni emesse da banche in crisi di liquidità, Tremonti i soldi se li fará prestare … DALLE BANCHE!
„Il gatto si morde la coda, si morde la coda, IL GATTO!“
Piú che per James Bond, il paragone sarebbe dovuto valere per Mandrake, il mago … appunto.
Capito come si diventa Ministro del Tesoro?
È giunta l‘ora di parlare di Societá e Valori o dobbiamo continuare all‘infinito il balletto delle ideologie? Teorie economiche o uomini migliori? Teoremi per la contorsione della mente o semplicitá dell‘anima? Numeri o solidarietá umana? La soluzione del problema non è un partito migliore, una coalizione piú grande, un leader carismatico. La soluzione stá in un ripensamento globale sul nostro destino di uomini e dei motivi della nostra convivenza in strutture sociali. Perché tutto questo? Perché pochi posseggano molto e molti quasi nulla? Perché i molti il giorno della rivoluzione planetaria si trasformino in vendicatori sanguinari?
Proviamo a pensare se non ci siano obiettivi globali, uguali per i contadini cinesi e gli amministratori delegati di Wall Street, slegati dalla condizione economica e sociale, slegati dalla cultura peculiare di questo o quel paese, indipendentemente da caratteristiche quali la lingua, i costumi, le tradizioni. Non una condizione migliore di un‘altra, non una civiltá superiore ad un‘altra ma la nostra vera natura umana, spogliata da tutti gli orpelli e le apparenze della nostra avventura quotidiana.
C‘è un denominatore comune per tutta l‘umanitá e per il quale vale la pena di prendersi per mano e percorrere insieme questo viaggio incredibilmente emozionante che è la vita? Se la risposta è sí, non deve essere difficile vedere crollare il castello della finzione creata ad arte dai promotori dell‘illusione che ci annebbia il cervello e addormenta l‘anima alla rincorsa dei saldi di fine stagione e della vacanza al mare.
Altrimenti ci resta solo da sperare che Kaká resti al Milan e che Luca torni ad essere gay.