Come funziona una guerra.

In guerra la prima vittima è, notoriamente, la verità.

Da: Il Derviscio

Tre settembre 2009, ore 20,00.

Video

Un informante della Bundeswehr comunica che a pochi chilometri dalla caserma del contingente tedesco di Kundus (Afganistan), due autobotti sono cadute nelle mani di un gruppo di Talebani ad un finto posto di blocco. Su richiesta del comando tedesco, viene inviato sul luogo alle 21,14 il B1 americano “Bone 22”.   

Ore 22,00: l’informante comunica di nuovo la posizione delle autobotti rapite, ma le sue informazioni sono imprecise e alle 22,30 il B1 americano sorvola la zona senza trovarne traccia. A mezzanotte “Bone 22” localizza i due mezzi insabbiati in riva al fiume a pochi chilometri dalla caserma. Il comandante tedesco “Rote Baron”vede in diretta le immagini riprese da “Bone 22” sul suo “Rover”, una sorta di laptop collegato alla telecamera del bombardiere.

00,48: “Bone 22” chiede di far ritorno alla base per mancanza di carburante. “Rote Baron” insiste presso il comando centrale NATO “Trinity” perché gli venga garantito l’appoggio aereo. “Trinity” risponde che ció, secondo le regole d’ingaggio, è solo possibile in caso di contatto col nemico (“TIC” troops in contact). “Rote Baron” risponde che c’è un “TIC”, benché nessun soldato NATO sia nelle vicinanze delle autobotti.

1,08: due F15 americani, “Dude 15” e “Dude 16” sorvolano la zona e trasmettono live le immagini delle telecamere di bordo al “Rover” di “Rote Baron” e comunica di non vedere soldati Nato nelle vicinanze ma una cinquantina di persone civili.

“Rote Baron” diventa impaziente e chiede ai piloti di armare sei bombe da sganciare subito poiché “il tempo stringe” (?).

1,33: uno dei piloti chiede a “Rote Baron” di esplorare di nuovo la zona. La risposta è di bombardare immediatamente le due autobotti.

1,36: il pilota chiede di effettuare un passaggio a bassa quota per allontanare gli uomini dalle autobotti. “Rote Baron” rifiuta seccamente.

1,46: il pilota chiede a “Rote Baron” se le persone a terra (a quindici chilometri dalla caserma, N.d.A.) costituiscano un immediato pericolo per le truppe NATO, condizione per effettuare il bombardamento secondo le regole d’ingaggio. “Rote Baron” afferma.

1,50: due bombe del tipo GBU 38 da duecentoventisette chili, a guida GPS vengono sganciate ed è una strage.

Il Ministro della Difesa tedesco Franz Josef Jung difende l’attacco ai “Talebani” affermando che le due autobotti sarebbe state utilizzate per un attacco suicida alla caserma della Bundeswehr.

Di fatto, i rapitori delle autobotti, non identificati, si stavano allontanando dal punto del rapimento e dalla base tedesca. Inoltre, come mostrano le immagini delle ricognizioni, entrambi i mezzi sono insabbiati, quindi:

a) non costituiscono un pericolo imminente,

b) sono facilmente raggiungibili dai mezzi corazzati della vicina base.

Il Ministro nega per diversi giorni che ci siano vittime civili, fino a quando le testimonianze dei medici dei vicini ospedali e un’ispezione del comandante supremo delle forze NATO, generale Stanley McChrystal, lo smentiscono.

Ecco la seconda “verità”.

I “Talebani”, rimasti insabbiati in riva al fiume, hanno “costretto” gli abitanti dei villaggi vicini a recarsi sul luogo coi loro trattori per liberare i mezzi. Per questo ci sono vittime civili, responsabili sono perció i “Talebani”.

Sul luogo vengono peró rinvenute parecchie taniche, segno che gli abitanti dei villaggi vicini, fra cui molti bambini, speravano in realtá di dividere il bottino con chi aveva “rapito” le autobotti.

Arriva la terza “verità”.

“Rote Baron” ha dato l’ordine di bombardare le autobotti a causa della generale situazione di insicurezza e di difficile gestione operativa (?).

“Rote Baron” ha ricevuto in diretta sul suo “Rover” le immagini dei ricognitori ed era perfettamente in grado di riconoscere la non pericolositá della situazione. Un paio di mezzi blindati avrebbero potuto senza rischi eccessivi risolvere la situazione. “Rote Baron” ha mentito ai piloti degli F15 descrivendo una situazione che sapeva non essere vera.

Allora qual è la verità? Perché tanta fretta nel far saltare le autobotti, consapevole che attorno alle stesse ormai si era raccolta una folla ansiosa di conquistare qualche litro di benzina per poter continuare a sopravvivere?

Probabilmente non lo sapremo mai.

Le commissioni d’inchiesta, se ce ne saranno, produrranno un protocollo di maggioranza e un protocollo di minoranza che lasceranno spazio a qualsiasi ipotesi e al loro contrario.

Proviamo ad imbastire una teoria complottista sullo stile del comma 22.

Due autobotti cariche di benzina destinata al contingente tedesco, viaggiano senza scorta (!) nelle valli dell’Indokush. Arrivate a pochi chilometri dalla loro destinazione, è possibile ad un nutrito gruppo di “Talebani” (oltre cento secondo le versioni ufficiali) sfuggito ad ogni pattuglia, controllo e ricognizione, fermarle e impadronirsene.

Contrariamente alle affermazioni del Ministro, queste si allontanano in tutta fretta dalla base tedesca per rimanere insabbiate in un territorio che gli insorti dovrebbero conoscere come le loro tasche. Qui vengono, contro ogni ragionevole valutazione della situazione, proditoriamente bombardate.

Domanda: a chi erano veramente destinate le autobotti visto che i tedeschi preferiscono lasciarle viaggiare senza scorta?

Da chi sono state “rapite” a pochi chilometri (cinque) dalla base tedesca senza che nessuna pattuglia, ricognizione, controllo abbia potuto in precedenza rilevare la presenza sospetta di oltre un centinaio di uomini armati?

E se le autobotti non fossero mai state rapite, ma siano state il prezzo di un patteggiamento e diventate, una volta insabbiate, una prova pericolosa di trattative segrete per risparmiare al contingente NATO azioni ostili?

Non sarebbe una novitá. Voci, anche autorevoli, circolano attorno a tutti i contingenti fin dall’inizio di questa guerra impossibile da vincere.

Di una cosa possiamo peró essere certi. Questo stupido “Gran Gioco” attorno alle risorse del pianeta ha causato ulteriori vittime, lacerato famiglie, sconvolto fragili compagini sociali fra coloro che di tutta la posta in gioco non avrebbero mai ricevuto un solo iota di vantaggio.

La guerra, scatenata da persone che si conoscono benissimo e che un piú di un’occasione si sono sedute allo stesso tavolo scambiandosi gentilezze, è anche qui causa di vittime fra popolazioni e persone che non si conoscono, che non si sono mai viste e che non hanno nessuna ragione per spararsi addosso.

Come non riconoscere il modo di operare del Principe del Male in persona?

Cronologia del tre settembre

Trattative coi talebani

Soldi alleati ai talebani

Soldi alleati ai talebani 2

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